7 consigli per insegnare a tuo figlio a volersi bene già da piccolo

L’autostima è uno dei sentimenti più importanti per condurre una vita felice. Per costruire e mantenere un benessere sociale ed emotivo è fondamentale credere in se stessi.
A cosa serve l’autostima infantile?
Anche e soprattutto per i bambini, un livello di autostima sano aiuta a costruire relazioni positive. Inoltre, un bambino che crede in se stesso è un bambino che avrà meno difficoltà a sfruttare quelle che sono le sue potenzialità. Infatti, l’autostima infantile è importantissima per costruire una personalità in grado di affrontare le piccole grandi vittorie della vita. Credere in se stessi aiuta a: • Sviluppare capacità d’amare ed essere amati. • Sentirsi in grado di affrontare in maniera sana i piccoli grandi successi. • Superare, in maniera positiva, i fallimenti.
Come si forma l’autostima infantile?
Secondo lo psicologo statunitense Marshal Rosemberg, la formazione dell’autostima è strettamente legata alle valutazioni degli altri. Il bambino è come una spugna. Assorbe le emozioni che lo circondano, percepisce chiaramente gioie e dolori, ansie e insicurezze. Per questa ragione è importantissimo costruire un ambiente idoneo, sereno, sicuro, tranquillo.
La vita da adulti è fatta di responsabilità. Spesso però si tende ad associare il concetto di responsabilità alle esigenze materiali (come il lavoro, la casa, la disponibilità economica) trascurando la sfera emotiva. Per uno sviluppo sano del bambino un ambiente ricco di affetti, di sentimenti positivi, è necessario quanto i bisogni materiali. Nei prossimi paragrafi scoprirete una serie di consigli per imparare a insegnare ai bambini a credere in se stessi.
1) Dedicagli del tempo, non trascurarlo!
Anche se sono piccoli i bambini si accorgono anche delle minime sfumature. Credi che comprargli 1000 giochi possa bastare? I bambini hanno bisogno, di attenzioni vere, di tempo da trascorrere in loro compagnia. Gli oggetti sono dei semplici “contentini”, la gioia che ne deriva è fittizia e svanisce più in fretta di quanto pensi.
2) Trattalo come “piccolo adulto”
I bambini non sono stupidi. Se gli fai una promessa, mantienila! O quantomeno impara a motivare eventuali mancanze. Non credere che il fatto di essere bambino lo renda meno attento o meno legittimato ad avere delle risposte.
3) Riprendilo quando sbaglia ma senza urlare
Correggere gli errori di un bambino è normale, deve essere fatto per metterli di fronte alla realtà, per insegnargli ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Questo però non significa che devi riempirlo di ramanzine urlando come una forsennata. Il tono di voce è importantissimo, cerca di controllare le emozioni negative. Ricorda che è un bambino, si stanno affacciando adesso al mondo, ogni nuovo evento, ogni atteggiamento per lui è una scoperta, devi essere tu adulta ad insegnargli come comportarsi.
4) Non mortificarlo
Mortificare un bambino è un gesto villano. Genera insicurezze, ansie e paure. Anche paragonarlo con altri bambini, mettendo in evidenza i suoi difetti, è qualcosa che non andrebbe mai fatto.
5) Evita di litigare d’avanti a lui
Questa è forse una delle abitudini più difficili da perdere ma come ti ho già accennato, il bambino è una “spugna emotiva” che assorbe rabbia e insicurezze.
6) Responsabilizzalo
Sviluppare l’autonomia dei bambini, anche nelle piccole cose, è importantissimo per aiutare a far crescere la loro personalità. Talvolta, sei spinti da un senso di protezione, vorresti tenerlo in una campana di vetro per evitargli sofferenze. Preparare un bambino ad affrontare piccole sconfitte è invece necessario per aiutarlo, da adulto, ad affrontare i fallimenti, a renderlo razionale nelle sue scelte, a motivarlo autonomamente a sfruttare a pieno le proprie capacità.
7) Dai valore all’impegno, sarà ancor più motivato
Se noti che tuo figlio s’impegna in qualcosa, dai valore agli sforzi, a prescindere dai risultati ottenuti. Tessere le lodi solo nel momento in cui il bambino raggiunge risultati eccelsi non aiuta a motivarlo, anzi, spesso rischi di ottenere il risultato opposto: “non lo faccio tanto non sarò mai bravo”.